mercoledì 28 maggio 2008

Lo Stato ha condonato i propri Monopoli!

Questo post è stato pubblicato da Generazione V. Mi sono permesso di copiarlo e incollarlo sul mio blog affinchè chi mi viene a trovare abbia modo di leggerlo.

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Dal Secolo XIX:

1 ottobre 2007

«C’è il mio impegno: non ci sarà alcun condono tombale». Parola di Romano Prodi che dopo mesi di pressing così rispose finalmente alla lunga inchiesta del Secolo XIX (le tappe in sintesi) sui 98 miliardi richiesti dalla Corte dei conti alle società concessionarie delle slot machine.

14 maggio 2008
SILENZIO generale. L’accordo è stato siglato, ma nessuno se n’è accorto. I Monopoli e le società concessionarie delle slot machine hanno firmato la nuova convenzione. Il punto chiave? Non è prevista alcuna penale in caso di tardato pagamento del Preu (Prelievo Erariale Unico), la tassa del 12 per cento sulle cifre incassate. In parole povere: se le società non pagheranno per tempo l’imposta prevista per ogni giocata... non succederà niente. È stata di fatto abolita la sanzione che aveva portato la Corte dei Conti a chiedere alle società concessionarie (ma anche ad alcuni funzionari dei Monopoli, tra cui il numero uno, Giorgio Tino) il pagamento di oltre 90 miliardi di euro di cui ha parlato il Secolo XIX in una lunga inchiesta.

Per il futuro non sarà prevista alcuna sanzione, quindi. Proprio quello che desideravano le concessionarie. Ma questo, forse, è il meno. La nuova convenzione potrebbe privare lo Stato degli oltre novanta miliardi richiesti dalla Corte dei Conti. Una fonte del Secolo XIX lo aveva previsto chiaramente: «Se fosse abolita la sanzione per il futuro, probabilmente anche le somme richieste per il passato sarebbero cancellate o almeno rimodulate».

Che cosa significa? Quasi certamente decine di miliardi di incasso in meno per i Monopoli. Ma non basta. Le società segnano un altro punto a loro favore: Amedeo Laboccetta, figura di spicco di Alleanza Nazionale in Campania, è stato eletto alla Camera. Bene, Laboccetta è il legale rappresentante della Atlantis, la società concessionaria di slot-machine che più di ogni altra sarebbe debitrice allo Stato: 31 miliardi e mezzo di euro, l’equivalente, per intendersi, di sei volte il Pil di una nazione come lo Zimbabwe.

Adesso, visto che gli stessi Monopoli hanno rinegoziato le penali, le nuove convenzioni potrebbero spalancare le porte a un clamoroso colpo di spugna. Del resto l’ipotesi era emersa chiaramente quando molti protagonisti dello scandalo slot-machine erano sfilati davanti alle commissioni parlamentari. Maggioranza (allora centrosinistra) e opposizione (centrodestra) avevano sostenuto le ragioni delle concessionarie. L’ex vice-ministro dell’Economia, Vincenzo Visco, si era rifiutato di fornire una qualsivoglia spiegazione dell’accaduto ai cronisti del Secolo XIX: «Con voi non parlo perché non mi siete simpatici», aveva liquidato la questione.

Il nuovo testo della convenzione è il risultato dell’intesa raggiunta tra Aams e i Concessionari ed è il frutto di un confronto tra le parti, sottoscritto nelle settimane scorse. Un accordo importante, importantissimo per il mondo del gioco, ma anche per le casse dei contribuenti. Eppure nessuno, o quasi, ne ha saputo nulla.


Liberamente tratto da un articolo del Secolo XIX

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