martedì 30 marzo 2010

Non c'ho voglia....

...di farmi un paiolo così per cercare di raccontarmi un motivo plausibile per cui il centrodestra ha vinto anche questa tornata elettorale.
Ecco.
Però a Segrate, presentandoci per la prima volta e correndo da soli, con Italia dei Valori abbiamo preso due seggi in consiglio. E siamo il quarto partito cittadino.
Ecco.
Tiè.

mercoledì 24 marzo 2010

Emilio Emilio....

Accidenti, dopo aver pubblicato la lettera di Silvia Cavanna sullo scontro avuto con il Fede nazionale il mio blog ha avuto una impennata di contatti...
Mi toccherà mica ringraziarlo...

lunedì 22 marzo 2010

Ricevo e pubblico

Chiedo scusa a Emilio Fede.
Premessa: Mi chiamo Silvia Cavanna, anni 63 compiuti da qualche mese, abito in Milano 2 città satellite di Segrate (MI), ho lavorato per 35 anni di cui quasi 20 per Mediaset in qualità di dirigente, passata poi a miglior vita come pensionata, occupandomi della mia vita nella posizione di figlia, madre, nonna, moglie, e volontaria di una associazione onlus. Oggi 18 marzo 2010, dopo una cena piacevole al ristorante cinese di Milano 2 (situato nel medesimo palazzo in cui risiedono gli studi del TG di Rete Quattro) , percorro con mio marito la stradina pedonale verso la mia residenza. Stradina nata come assolutamente pedonale che si connette alla strada comunale, ora abusivamente usata da poche auto di alti papaveri e rispettive scorte per raggiungere dagli Studi televisivi la strada stessa. Siamo inseguiti da due auto che percorrono questa stradina pedonale verso l'uscita, ci viene suonato il clacson, viene ricordato da mio marito che i pedoni hanno la precedenza in quanto strada pedonale, si abbassa un finestrino e una voce altisonante tuona: spostati faccia di merda! Mio marito si gira verso la macchina, si avvicina al finestrino e : a chi faccia di merda? A questo punto l'auto si apre (dal lato del finestrino da cui è uscito l'epiteto) e esce il sig. Emilio Fede, che protende il suo viso sotto quello di mio marito, invitandolo: mettimi le mani addosso, toccami, pichiami, picchiami! L'istinto materno-protettivo nei confronti di mio marito fa sì che io mi metta tra i due, mentre dall'auto posteriore escono delle guardie del corpo. A me, quasi 64enne, capelli bianchi, l'emilio protende la sua faccia, giallastra e macchiata di vecchiaia e urla, a me: mettimi le mani addosso, toccami, picchiami dai, picchiami! Ma tu sei pazzo, sei malato, fatti curare. Dai mettimi le mani addosso, picchiami! Le guardie: lasci perdere, non ne vale la pena! scrollata di testa. Ma sei malato, io sono stata tua collega per 20 anni, ho lavorato 20 anni con Carlo Bernasconi! (braccio destro di Berlusconi, morto nel 2001, gran brava persona!) Io non conosco nessun Carlo Bernasconi! Picchiami picchiami, sempre con il suo faccione sotto al mio. Le guardie: lasci perdere, non ne vale la pena! scrollata di testa. Ma tu sei malato, hai l'alzheimer. Sono stata tua collega! Ho lavorato per Carlo Bernasconi e mi chiamo Silvia Cavanna e sono una tua collega, vergognati, sei malato. A quel punto il grande cambiamento: mi scusi Signora, mi scusi Signora Non le voglio le tue scuse, sei malato. Mi scusi Signora!
Emilio Fede, chiedo scusa io a te: per essere rispettata come donna ho dovuto ricordarti ripetutamente di aver fatto parte del clan, il clan dei prepotenti e degli arroganti. Ti chiedo scusa per aver fatto uscire il peggio di te: quanto avrei preferito delle scuse da parte di un gentiluomo d'età a una signora d'età, per un gesto aggressivo dovuto forse al troppo lavoro! Ma no, questo non esiste più, esiste solo: tu non sai chi sono o chi sono stato io . un pupo del clan. E anch'io, che odio ricorrere a certi mezzi, sono stata contagiata dal virus !
Che questo sia per me e per tutti un momento di profonda riflessione.
p.s.: comunque ti ricordo, caro emilio fede, che hai chiesto scusa a me; a mio marito, al quale hai dato della faccia di merda, no! Ma certo, lui non è mai stato un adepto del clan .
Segrate, 18 marzo 2010

martedì 9 marzo 2010

Lost in translation

Riporto la risposta a lettere dei cittadini fornita dal Presidente della Repubblica; In corsivo la mia personale interpretazione di quanto il nostro intende dire con le sue parole...

“Ho letto con attenzione le vostre lettere e desidero, vostro tramite, rispondere con sincera considerazione per tutte le opinioni dei tanti cittadini che in queste ore mi hanno scritto.(Non potevo certo sperare che sta cazzo di firma non portasse con se delle conseguenze).
Il problema da risolvere era, da qualche giorno, quello di garantire che si andasse dovunque alle elezioni regionali con la piena partecipazione dei diversi schieramenti politici (Il problema è che quei coglioni del Pdl, a furia di litigare per comporre le liste l'han tirata lunga e non son stati capaci di presentarle in tempo e come si deve, con l'abitudine che hanno di raccattare le firme a pene di segugio).
Non era sostenibile che potessero non parteciparvi nella più grande regione italiana il candidato presidente e la lista del maggior partito politico di governo, per gli errori nella presentazione della lista contestati dall'ufficio competente costituito presso la corte d'appello di Milano. Erano in gioco due interessi o "beni" entrambi meritevoli di tutela: il rispetto delle norme e delle procedure previste dalla legge e il diritto dei cittadini di scegliere col voto tra programmi e schieramenti alternativi. Non si può negare che si tratti di "beni" egualmente preziosi nel nostro Stato di diritto e democratico. (C'era il concreto rischio che qualche milione di teste di cazzo, disorientato dall'assenza del simbolino a cui ormai anni e anni di propaganda l'hanno forzatamente abituato, non sapesse dove mettere la crocetta una volta giunto nella cabina elettorale).
Si era nei giorni scorsi espressa preoccupazione anche da parte dei maggiori esponenti dell'opposizione, che avevano dichiarato di non voler vincere - neppure in Lombardia - "per abbandono dell'avversario" o "a tavolino". E si era anche da più parti parlato della necessità di una "soluzione politica": senza peraltro chiarire in che senso ciò andasse inteso. Una soluzione che fosse cioè "frutto di un accordo", concordata tra maggioranza e opposizioni? (ovviamente nessun esponente delle cosidette opposizioni ha avuto le palle di alzare la voce e dire che non c'erano cazzi, chi sbaglia paga e i cocci sono suoi).
Ora sarebbe stato certamente opportuno ricercare un tale accordo, andandosi al di là delle polemiche su errori e responsabilità dei presentatori delle liste non ammesse e sui fondamenti delle decisioni prese dagli uffici elettorali pronunciatisi in materia. (Tanto valeva battersene il cazzo e trovare il modo di riammetterli).
In realtà, sappiamo quanto risultino difficili accordi tra governo, maggioranza e opposizioni anche in casi particolarmente delicati come questo e ancor più in clima elettorale: difficili per tendenze all'autosufficienza e scelte unilaterali da una parte, e per diffidenze di fondo e indisponibilità dall'altra parte.
Ma in ogni caso - questo è il punto che mi preme sottolineare - la "soluzione politica", ovvero l'intesa tra gli schieramenti politici, avrebbe pur sempre dovuto tradursi in soluzione normativa, in un provvedimento legislativo che intervenisse tempestivamente per consentire lo svolgimento delle elezioni regionali con la piena partecipazione dei principali contendenti. (Ma figuriamoci, questi se non è per soldi non son capaci di far funzionare un tostapane, quindi è dovuto intervenire il vecchio di casa a trovargli una scappatoia per venirne fuori, anche se in modo indecente).
E i tempi si erano a tal punto ristretti - dopo i già intervenuti pronunciamenti delle Corti di appello di Roma e Milano - che quel provvedimento non poteva che essere un decreto legge.(E, come se non bastasse, avevano anche premura...)
Diversamente dalla bozza di decreto prospettatami dal Governo in un teso incontro giovedì sera, il testo successivamente elaborato dal Ministero dell'interno e dalla Presidenza del consiglio dei ministri non ha presentato a mio avviso evidenti vizi di incostituzionalità. Né si è indicata da nessuna parte politica quale altra soluzione - comunque inevitabilmente legislativa - potesse essere ancora più esente da vizi e dubbi di quella natura.(All'inizio però mi hanno fatto una proposta, che per quanto credano sia stupido, non potevo accettare nemmeno io...).
La vicenda è stata molto spinosa, fonte di gravi contrasti e divisioni, e ha messo in evidenza l'acuirsi non solo di tensioni politiche, ma di serie tensioni istituzionali.(Così sono passati direttamente alle minacce...).
E' bene che tutti se ne rendano conto. Io sono deciso a tenere ferma una linea di indipendente e imparziale svolgimento del ruolo, e di rigoroso esercizio delle prerogative, che la Costituzione attribuisce al Presidente della Repubblica, nei limiti segnati dalla stessa Carta e in spirito di leale cooperazione istituzionale. Un effettivo senso di responsabilità dovrebbe consigliare a tutti i soggetti politici e istituzionali di non rivolgersi al Capo dello Stato con aspettative e pretese improprie, e a chi governa di rispettarne costantemente le funzioni e i poteri.(Insomma, c'ho provato a tener duro, però ho una certa età, le guardie non mi si filano nemmeno più, a casa non mi difende nessuno, i cani me li hanno addormentati con lo spray, le cavallette erano in agguato, lo tsunami incombeva... e, onestamente, una frattura ci mette parecchio a guarire, figuriamoci tagli e buchi di proiettile...).

Cordialmente
(Sorry....).


Giorgio Napolitano"

martedì 2 marzo 2010

Dettagli

Il modo di fare informazione cambia la sostanza delle notizie anche se non viene detto il falso, ma una verità parziale, fatta di dettagli sottaciuti. State attenti alle sfumature: Se intervisto un benemerito presidente della Corte Costituzionale e gli chiedo cosa pensa riguardo al rifiuto posto alla richiesta di legittimo impedimento per l'udienza del processo che vede imputato il presdelcons, e questi risponde che il consiglio dei ministri è un momento politico e governativo di rilevanza assoluta nell'espletamento delle funzioni di governo, il ragionamento sta perfettamente in piedi. Ovvero una affermazione non esclude l'altra. Ma se ometto di dire che il calendario delle udienze è stato fissato in un momento precedente alla calendarizzazione del consiglio dei ministri, ometto qualcosa di fondamentale affinchè lo spettatore possa cogliere la portata nella sostanza della informazione che sto dando. Così lo spettatore acritico rimarrà convinto che l'attività dei giudici è di ostacolo all'attività di governo, e non, come in realtà è, viceversa.

Postilla: ovviamente questo pregevole esempio di come è reso il pubblico servizio di informazione è tratto dal TG1 delle 20 del 2 marzo 2010.