Riporto la risposta a lettere dei cittadini fornita dal Presidente della Repubblica; In corsivo la mia personale interpretazione di quanto il nostro intende dire con le sue parole...
“Ho letto con attenzione le vostre lettere e desidero, vostro tramite, rispondere con sincera considerazione per tutte le opinioni dei tanti cittadini che in queste ore mi hanno scritto.(Non potevo certo sperare che sta cazzo di firma non portasse con se delle conseguenze).
Il problema da risolvere era, da qualche giorno, quello di garantire che si andasse dovunque alle elezioni regionali con la piena partecipazione dei diversi schieramenti politici (Il problema è che quei coglioni del Pdl, a furia di litigare per comporre le liste l'han tirata lunga e non son stati capaci di presentarle in tempo e come si deve, con l'abitudine che hanno di raccattare le firme a pene di segugio).
Non era sostenibile che potessero non parteciparvi nella più grande regione italiana il candidato presidente e la lista del maggior partito politico di governo, per gli errori nella presentazione della lista contestati dall'ufficio competente costituito presso la corte d'appello di Milano. Erano in gioco due interessi o "beni" entrambi meritevoli di tutela: il rispetto delle norme e delle procedure previste dalla legge e il diritto dei cittadini di scegliere col voto tra programmi e schieramenti alternativi. Non si può negare che si tratti di "beni" egualmente preziosi nel nostro Stato di diritto e democratico. (C'era il concreto rischio che qualche milione di teste di cazzo, disorientato dall'assenza del simbolino a cui ormai anni e anni di propaganda l'hanno forzatamente abituato, non sapesse dove mettere la crocetta una volta giunto nella cabina elettorale).
Si era nei giorni scorsi espressa preoccupazione anche da parte dei maggiori esponenti dell'opposizione, che avevano dichiarato di non voler vincere - neppure in Lombardia - "per abbandono dell'avversario" o "a tavolino". E si era anche da più parti parlato della necessità di una "soluzione politica": senza peraltro chiarire in che senso ciò andasse inteso. Una soluzione che fosse cioè "frutto di un accordo", concordata tra maggioranza e opposizioni? (ovviamente nessun esponente delle cosidette opposizioni ha avuto le palle di alzare la voce e dire che non c'erano cazzi, chi sbaglia paga e i cocci sono suoi).
Ora sarebbe stato certamente opportuno ricercare un tale accordo, andandosi al di là delle polemiche su errori e responsabilità dei presentatori delle liste non ammesse e sui fondamenti delle decisioni prese dagli uffici elettorali pronunciatisi in materia. (Tanto valeva battersene il cazzo e trovare il modo di riammetterli).
In realtà, sappiamo quanto risultino difficili accordi tra governo, maggioranza e opposizioni anche in casi particolarmente delicati come questo e ancor più in clima elettorale: difficili per tendenze all'autosufficienza e scelte unilaterali da una parte, e per diffidenze di fondo e indisponibilità dall'altra parte.
Ma in ogni caso - questo è il punto che mi preme sottolineare - la "soluzione politica", ovvero l'intesa tra gli schieramenti politici, avrebbe pur sempre dovuto tradursi in soluzione normativa, in un provvedimento legislativo che intervenisse tempestivamente per consentire lo svolgimento delle elezioni regionali con la piena partecipazione dei principali contendenti. (Ma figuriamoci, questi se non è per soldi non son capaci di far funzionare un tostapane, quindi è dovuto intervenire il vecchio di casa a trovargli una scappatoia per venirne fuori, anche se in modo indecente).
E i tempi si erano a tal punto ristretti - dopo i già intervenuti pronunciamenti delle Corti di appello di Roma e Milano - che quel provvedimento non poteva che essere un decreto legge.(E, come se non bastasse, avevano anche premura...)
Diversamente dalla bozza di decreto prospettatami dal Governo in un teso incontro giovedì sera, il testo successivamente elaborato dal Ministero dell'interno e dalla Presidenza del consiglio dei ministri non ha presentato a mio avviso evidenti vizi di incostituzionalità. Né si è indicata da nessuna parte politica quale altra soluzione - comunque inevitabilmente legislativa - potesse essere ancora più esente da vizi e dubbi di quella natura.(All'inizio però mi hanno fatto una proposta, che per quanto credano sia stupido, non potevo accettare nemmeno io...).
La vicenda è stata molto spinosa, fonte di gravi contrasti e divisioni, e ha messo in evidenza l'acuirsi non solo di tensioni politiche, ma di serie tensioni istituzionali.(Così sono passati direttamente alle minacce...).
E' bene che tutti se ne rendano conto. Io sono deciso a tenere ferma una linea di indipendente e imparziale svolgimento del ruolo, e di rigoroso esercizio delle prerogative, che la Costituzione attribuisce al Presidente della Repubblica, nei limiti segnati dalla stessa Carta e in spirito di leale cooperazione istituzionale. Un effettivo senso di responsabilità dovrebbe consigliare a tutti i soggetti politici e istituzionali di non rivolgersi al Capo dello Stato con aspettative e pretese improprie, e a chi governa di rispettarne costantemente le funzioni e i poteri.(Insomma, c'ho provato a tener duro, però ho una certa età, le guardie non mi si filano nemmeno più, a casa non mi difende nessuno, i cani me li hanno addormentati con lo spray, le cavallette erano in agguato, lo tsunami incombeva... e, onestamente, una frattura ci mette parecchio a guarire, figuriamoci tagli e buchi di proiettile...).
Cordialmente
(Sorry....).
Giorgio Napolitano"
1 commento:
Deliziosa ;)
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