giovedì 13 dicembre 2007

Tutto e subito.

Oggi a Torino si sono celebrati i funerali delle vittime dell'incendio alla Thyssenkrupp. Non voglio entrare nel merito della discussione sulla sicurezza sul posto di lavoro perchè non sono un esperto, ignoro le circostanze che hanno creato questa tragedia, e mi troverei quasi certamente a scrivere una serie di ovvie banalità su un argomento sul quale con umiltà non mi esprimo. La mia attenzione è però stata stuzzicata da qualcosa di collegato a questa vicenda.
Il Cardinale Severino Poletto ha parlato di questi uomini come di uomini impegnati nel garantire un futuro alle loro famiglie.
Mi chiedo se si possa condividere questa affermazione.
Chi, al giorno d'oggi, può con coscienza dire che sta lavorando per garantirsi e garantire ai suoi cari un futuro?
FUTURO?
No, dico, forse non ci rendiamo conto che oggi stiamo tutti, o quasi tutti, lavorando per cercare di garantirci un PRESENTE! E in molti, troppi casi un PASSATO...
La maggior parte delle famiglie oggi, dicembre 2007, e da un bel po' di tempo a questa parte, si sta barcamenando per mettere insieme il pranzo con la cena. E per fare fronte a impegni assunti nel passato. E qui mi riferisco a rate su rate accumulate per finanziare questo quello e quell'altro acquisto.
Io sono sinceramente spaventato dalla quantità esorbitante di enti, società, finanziarie, gatti e volpi che sono pronti a metterti a disposizione quantità senza limite di denaro senza condizioni. Apparentemente...
Sono spaventato dalla leggerezza con cui tante persone stanno indebitando il futuro proprio, dei propri figli, dei propri nipoti. E non mi si dica che è un male necessario. Non biasimo certo chi stipula un mutuo per la casa, che a mio modo di vedere non è indebitamento ma INVESTIMENTO. Così come non biasimo chi si indebita perchè deve sostituire l'auto o il frigorifero, o la lavatrice. Cose comunque necessarie alla conduzione normale di una vita, almeno ai giorni nostri.
Ma non posso stare in silenzio quando sento di gente che cede il quinto dello stipendio per una vacanza o per un video al plasma. O che fa un mutuo per la playstation, il computer nuovo, l'abbonamento di sky, il telefono che naviga su internet o il vestito griffato.
Ma lo vogliamo dare un colpo di freno o aspettiamo che la barca affondi brindando a champagne?
Non sono un integralista della rinuncia a tutti i costi. Credo nella qualità della vita e credo che sia anche fatta di cose belle di cui ci possiamo circondare. ANCHE. Non SOLO!
Credo anche che qualità della vita voglia dire poter dormire tranquilli o quasi e non funestati dal pensiero della montagna di rate da pagare, anche se in box c'è un Range Rover Sport, al polso il rolex e in fianco al letto il nuovo megatelefonino.
Credo che un sorriso di tuo figlio ti possa donare più serenità che un film visto su un plasma a 50 pollici.
Credo che non sappiamo forse più riconoscere il nostro concetto di felicità (oddio che parola grossa) o quantomeno di serenità.
Perchè c'è chi ha tutto l'interesse a plasmare il nostro concetto di appagamento sul modello dell'acquisto, del possesso delle cose.
Siamo talmente circondati da cose che non abbiamo più campo visivo per scorgere le persone. E quando, per sbaglio, ne vediamo qualcuna correrci incontro la schiviamo per paura che ci chieda soldi.
Io credo che ci sia bisogno di fermarsi un momento a riflettere. Che serva almeno rallentare un pochino questo gioco al massacro che si ripercuote su tutta la nostra capacità di vivere. Respiriamo prima che l'aria cominci veramente a mancare e forse con pazienza e dedizione potremo veramente arrivare di nuovo a credere che stiamo lavorando per il nostro futuro. Che non è tutto e subito.

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